“La suora sprint”, alcuni ricordi di suor Maria Rosaria Licht
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
"La suora sprint", alcuni ricordi di suor Maria Rosaria Licht
Nel corso degli anni a Pontenure sono passate un gran numero di persone, ma alcune hanno lasciato un segno importante, un’impronta unica, una scia davvero indelebile. Una di esse è rimasta impressa in modo speciale nei nostri cuori per l’affetto che ci ha donato, negli occhi perché abbiamo ancora vivido il vederla sfrecciare per le vie del paese con la sua bicicletta, nella presenza fisica perché donna molto alta e dal sorriso che sapeva affascinare coloro che le stavano accanto… suor Maria Rosaria Licht.
Era arrivata nella nostra comunità nel lontano 1993, quasi in sordina, in sostituzione di suor Emilia, con l’incarico di superiora e direttrice della Scuola materna “Clara Raggio”, presso la quale per i successivi cinque anni avrebbe operato in prima persona anche come insegnante. Fin dal primo momento però era subito esplosa verso di lei una simpatia generale, schietta e autentica, da parte dei genitori dei bimbi che frequentavano l’Asilo, subito diffusasi anche nel resto della nostra comunità grazie all’estrema facilità con cui questa religiosa riusciva a coinvolgere nelle sue molteplici attività coloro che già operavano come volontari presso la Parrocchia.
I parroci del tempo, don Pierluigi Dallavalle e don Luigi Carrà, intravidero subito in questa prorompente e sanguigna suora di origini piemontesi ma proveniente dal Trentino, regione da cui aveva assimilato la forza d’animo, la laboriosità e la capacità d’inventare dal nulla nuove iniziative propria delle genti di quelle terre, la persona giusta per insegnare il catechismo alle giovani generazioni, accompagnandole nel cammino alla scoperta della fede cristiana in un modo semplice e diretto, senza troppe sovrastrutture.
Tale entusiasmo per le innovazioni e voglia di migliorare l’esistente vennero subito alla luce anche all’Asilo, dove suor Maria Rosaria senza porre tempo in mezzo mise in campo un nuovo progetto educativo di stampo "rosminiano", mediato cioè dalle norme pedagogiche del beato Antonio Rosmini, mantenendo fermo, accanto all'adozione degli orientamenti didattici ministeriali, anche il magistero della Chiesa cattolica che da sempre ha qualificato l’attività formativa della materna.
Durante la sua direzione vennero infatti avviati corsi per migliorare la salute e l’alimentazione dei più piccoli, messi poi in pratica anche presso la stessa mensa dell’Asilo, grazie all'ottima cucina curata da suor Lavinia e dalla signora Enrica Scaravella, seguendo un’apposita tabella dietetica. Grazie alla pronta ed entusiasta collaborazione dei genitori, non mancarono poi neppure spettacoli, gite, banchi di beneficenza, feste e altre iniziative tutte dedicate ai piccoli alunni, come laboratori creativi appositamente pensati per loro. L’aumento degli iscritti all’Asilo testimonia la bontà dell’opera svolta in quegli anni di rinnovamento, anche grazie al coinvolgimento nel progetto educativo di insegnanti laici, che portarono ad un consistente miglioramento della didattica, all'acquisto di nuove attrezzature che resero più facile lo svolgimento delle attività psico-motorie e all'estensione dell’orario di attività dell’asilo per venire incontro alle esigenze lavorative dei genitori. Grazie ad alcuni suoi suggerimenti, importante fu anche il rinnovamento della struttura e dei suoi ambienti interni, interventi realizzati, anche attraverso il generoso contributo di ditte del territorio, dal Consiglio di amministrazione e dalla sua presidente, signora Dudi Raggio.
Ma come dicevamo suor Maria Rosaria ha riversato il suo genuino entusiasmo in molti altri ambiti della vita parrocchiale. Amante ed estimatrice dei canti corali e della buona musica, partecipava in prima persona alle prove del Coro “La Torre”, con il quale aveva saputo creare un bel rapporto di amicizia e collaborazione cementato anche grazie al gemellaggio canoro instauratosi con il Coro “Maria Assunta” di Verla di Giovo (Trento), paese presso il quale suor Maria Rosaria aveva operato negli anni immediatamente precedenti la sua venuta a Pontenure. Non mancavano infatti gli scambi di visite tra le due formazioni corali, sia a livello strettamente liturgico che conviviale.
Nel 1998, dopo la conclusione dell’anno scolastico, nell'incredulità dell’intero paese, venne annunciata dalla madre generale dell’ordine delle suore della Provvidenza Rosminiane la decisione di chiudere, per carenza di vocazioni, delle Comunità rosminiane che prestavano servizio presso le scuole materne di Pontenure e di Saliceto. Il nostro Asilo, dopo quasi ottant'anni. perdeva così per sempre le sue suore, arrivate a Pontenure nel lontano 1919.
Nel giugno del 1998, in occasione della festa del patrono, venne consegnato a nome della comunità alle tre suore rosminiane rimaste, oltre a suor Maria Rosaria, suor Lucilla e suor Lavinia, il premio San Pietro, istituito soltanto due anni prima da don Pierluigi Dallavalle per premiare persone, ditte e associazioni benemerite. Motivazione del premio fu il prezioso compito educativo svolto con generosità, passione e spirito di servizio per tanti anni a favore delle giovani generazioni.
Il cuore pulsante dei Pontenuresi, attraverso donazioni di ditte e di privati, volle con un gesto tangibile e spontaneo fare dono alle care suore, e in particolare a suor Maria Rosaria che era una provetta “suora sprint”, un’automobile dal colore assai discusso in paese… rosso sgargiante, come l’affetto che suor Maria Rosaria si era conquistata nel tempo facendosi largo nei cuori dei Pontenuresi di ogni età. In seguito quest’auto venne portata fino in Calabria, nuova destinazione della nostra suora, e sfruttata, come diceva lei stessa, fino all’ultimo respiro. “Solo in Paradiso avremo la gioia di riposare!”, soleva infatti ripetere questa suora instancabile.
Dopo ben 60 anni di vita religiosa, tutti trascorsi in giro per l’Italia al servizio del Signore e del prossimo, il generoso cuore di suor Maria Rosaria, che da tempo le causava non pochi problemi e sofferenze, ha cessato di battere il 16 gennaio scorso presso la casa madre di Borgomanero (Novara), dove da alcuni anni la sorella si era ritirata, svolgendo tra l’altro anche le mansioni di autista a favore delle consorelle più anziane. L’affetto e il rispetto che i Pontenuresi hanno sempre riversato su questa esemplare figura di religiosa sono stati a loro volta sempre condivisi anche da suor Maria Rosaria, che anche a distanza di tanto tempo non mancava mai di ricordare Pontenure e i suoi abitanti nei saluti, negli scritti e nelle visite che sporadicamente la portavano nostalgicamente a far di nuovo visita al nostro paese.
A distanza di tanti anni, venuti a conoscenza della scomparsa di suor Maria Rosaria, alcuni dei suoi bambini di un tempo, oggi ormai adulti e genitori, hanno voluto ricordare questa suora, da loro considerata quasi immortale, con dei brevi pensieri e degli scritti personali che volentieri riproduciamo di seguito, certi che il Signore saprà degnamente ricompensare questa nostra “sorella” dal sorriso contagioso, come Lui solo sa fare con i servi buoni e fedeli.
Alcune testimonianze
Michela Bigoni. – Pensando a suor Maria Rosaria la prima immagine che mi è apparsa alla memoria è stato il suo dolce sorriso. Era una persona generosa ed allo stesso tempo semplice e mite, sempre disponibile.
Monica Salomoni. – Ci sono ricordi che entrano nel cuore e ci restano per sempre, anche quando passano gli anni e la vita porta lungo la sua strada sia te stesso che le persone che con quei ricordi hanno a che fare. Così è stato per me con suor Maria Rosaria, per noi piccoli vacanzieri in montagna semplicemente Suor Macher. Ricordo quasi tutto di quella vacanza ma soprattutto ricordo l'amore, la pazienza ma soprattutto la modernità con cui affrontava la vita (sì, anche in nostra compagna che di sicuro qualche volta la pazienza degli adulti la mettevamo alla prova). Ci siamo sempre divertiti molto, abbiamo sempre imparato cose nuove, siamo sempre cresciuti un po' durante le vacanze a Fai della Paganella ma quell'anno, con Suor Maria Rosaria, lo abbiamo fatto in modo un po' diverso, un modo a cui è difficile dare un nome, che è difficile definire con una parola ma che resta comunque una certezza. Suor Maria Rosaria è sicuramente una persona che mi accompagnerà per il resto della vita. Ho scelto di ricordarla alla guida del suo immancabile 127 color carta-zucchero mentre sfreccia in autostrada.
Cristina Ceruti. – Ricordo la vacanza a Fai della Paganella, ricordo il sorriso e lo sprint che metteva in tutto quello che faceva, il suo modo di fare sempre attento e gioioso. Nei suoi occhi si leggeva la bellezza della vita.
Una persona amica. – Appena sei arrivata i tuoi carismi sono affiorati. Subito tra noi è nata un’intesa, qualche volta ci siamo dolcemente scontrate per iniziative appena create su cui i punti di vista non erano incrociati, ma con un pensiero di Rosmini, che sorridendo mi enunciavi, l’armonia ritornava. Tanta collaborazione abbiamo vissuto e il cammino della nostra amicizia non si è fermato ai confini di Pontenure, solo lo “stop” del tuo cuore tanto provato l’ha bloccato, ma da lassù stai nuovamente ripetendo una frase che ci accompagnava: “Lascia fare alla Provvidenza”.
Un bambino del tempo. – Non avendo frequentato l’asilo, abituato a vedere a messa le suore dell’Ospizio, i miei occhi di fanciullo erano un po’ straniti di fronte a questa suora, così prestante fisicamente da sembrare al mio sguardo una sorta di “gigante gentile”. A colpire e ad attrarre in modo irresistibile in lei erano, credo, il suo sorriso, sincero e gioviale, lo sguardo dolce e profondo, di chi sapeva guardare lontano, la voce ferma e gentile, che sapeva rassicurare, ma anche l’entusiasmo e il dinamismo che sapeva trasmettere agli altri, quasi come elettricità che si sprigionava con naturalezza dalla sua persona.
Chiara Bulfari. – I ricordi della mia infanzia sono composti da eventi significativi indelebili, gli stessi che, sono convinta, racconterò da anziana. Non ho bisogno di ostinarmi nella memoria per cercarli, fanno parte di me e l’unica difficoltà sta nel ricacciare indietro qualche lacrima. La mia Suora all’Asilo era stata Suor Emilia che ci aveva seguiti fino alla Prima Comunione, nel 1993. Tutta la mia famiglia è sempre stata molto affezionata all’Asilo Raggio: io e mio fratello ci andavamo anche di pomeriggio d’estate, quando la scuola era già finita, mia mamma aiutava all’organizzazione di tutte le iniziative, mio nonno Nando era l’addetto all’allestimento del palco delle recite e di tutta una serie di interventi manuali.
Ho conosciuto Suor Maria Rosaria quando ero già abbastanza “grande”: il suo arrivo aveva determinato la comparizione, nella sala grande delle attività dell’Asilo, di una piscina di palline, mai vista prima, che me l’aveva fatta apparire simpatica fin dall’inizio. C’era tra noi il tacito accordo per cui lei non mi sgridava se mi ci tuffavo, anche se ero fuori età, e io non ci entravo quando c’erano bambini troppo piccoli.
A seguire sono venute un sacco di iniziative indimenticabili: i pranzi domenicali, il gemellaggio con gli abitanti di Rovereto dove aveva operato prima di Pontenure, le divertentissime gite a Gardaland, la preparazione degli spettacoli di Natale e Carnevale che mi hanno regalato domeniche bellissime nel dipingere le scenografie, preparare i vestiti, decidere i numeri. Quante cose ho imparato! Mi ricordo il momento in cui era arrivata a Fai della Paganella, su per tutti i tornanti, accompagnata da Suor Renata, con quella vecchia macchina, cariche di bagagli. Nelle passeggiate metteva gli scarponi sotto la veste e i pantaloni solo per quelle più difficili. La sera, al bigliardino, per evitare i litigi con i maschietti che non ci facevano mai giocare, Suor Maria Rosaria si metteva in squadra con noi femmine.
Alla festa per la consegna della macchina nuova, regalo acquistato con le donazioni delle aziende e gli abitanti del paese, sembrava incredula e commossa. Io ero già alle medie e riuscivo a capire che era un bel momento per tutti: per la comunità nel dire grazie alle suore Rosminiane che hanno cresciuto generazioni di pontenuresi, per le mamme che hanno trovato in loro aiuto e complicità, per noi bambini un insegnamento di altruismo e buona volontà. Che fortuna ho avuto a vivere simili esempi formativi!
Da quando aveva lasciato Pontenure ho avuto sue notizie tramite mia mamma che la era andata a trovare in Calabria e poi a Borgomanero. Nel 2015 mi aveva ricontattato lei su Facebook… chi ti vuole bene ti è vicino anche quando non sai di averne bisogno nemmeno tu.
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