San Pietro, un primato nel servizio
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
San Pietro, un primato nel servizio
Anche quest'anno, in occasione della festa del nostro patrono, vogliamo sottolineare qualcosa di questa figura così imponente e importante per la vita della Chiesa universale.
San Pietro ci viene presentato dal Vangelo come un uomo del popolo, un semplice pescatore. Egli però, che aspettava come i suoi fratelli la venuta del Messia, dopo un iniziale scetticismo, lo riconosce in un uomo originario della Galilea, di nome Gesù. Egli, piano piano, nella comunità ristretta dei Dodici che seguono Gesù da vicino, comincia ad avere un ruolo particolare, unico. Il suo ufficio di rappresentanza si rende evidente in un episodio importante e drammatico.
Dopo aver compiuto un grande segno nella moltiplicazione dei pani per la folla affamata, Gesù fa un discorso duro, quasi ostico. È un classico discorso che vuole mettere alla prova chi lo segue e mettere a nudo le ragioni più profonde di tale sequela. Il risultato è l’abbandono di gran parte di coloro che «lo avevano cercato per farlo re» (cfr. Giovanni 6, 15). Ma ecco la domanda a bruciapelo, diretta e spiazzante, di Gesù a loro, i Dodici, che avevano avuto il privilegio di seguirlo da vicino fin dagli inizi della sua vita pubblica: «Forse volete andarvene anche voi?».
La risposta di Pietro si direbbe valere per tutti i Dodici e anche per noi: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio» (Giovanni 6, 67-69).
È questa una risposta decisiva per i Dodici e che ha conseguenze (lo leggiamo negli altri Vangeli) molto importanti anche per Pietro stesso:
«Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io a te dico: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli"» (Matteo 16, 17-19).
Ci sono poi altri episodi che potrebbero confermare questo primato apostolico di Pietro tanto che la tradizione ha fondato in ciò quello che conosciamo come papato. Si tratta certamente di una posizione privilegiata ma che, nella logica portata da Cristo, assume dei connotati assai diversi da quelli affermati dal mondo.
«I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve» (Luca 22, 25-27).
Come ben sappiamo, San Pietro è il primo capo della Chiesa e morirà martire. Il suo primato nella comunità è un primato nel servizio fino al dono estremo, quello della vita. Nella Chiesa di Cristo «regnare è servire» come ha ribadito con forza il santo padre Giovanni Paolo II nella sua prima enciclica Redemptor hominis.
«La partecipazione alla missione regale di Cristo fa riscoprire in sé e negli altri quella particolare dignità della nostra vocazione, che si può definire «regalità». Questa dignità si esprime nella disponibilità a servire, secondo l’esempio di Cristo, che «non è venuto per essere servito, ma per servire». […] Se quindi vogliamo aver presente questa comunità del Popolo di Dio, così vasta ed estremamente differenziata, dobbiamo anzitutto vedere Cristo, che dice in un certo modo a ciascun membro di questa comunità: «Seguimi». Questa è la comunità dei discepoli, ciascuno dei quali, in modo diverso, talvolta molto cosciente e coerente, talvolta poco consapevole e molto incoerente, segue Cristo».
E quanto più si serve nella comunità tanto più si regna con Cristo e alla maniera di Cristo. Il nostro patrono è santo proprio perché ha seguito e imitato il Signore che si è fatto servo di tutti. La nostra devozione deve perciò esprimersi nel diventare ogni giorno un po’ più simili a lui.