Dossier Sacrestani, Non soltanto un mestiere ma una vera missione
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Dossier Sacrestani, Non soltanto un mestiere ma una vera missione
A parlare di sacrestani sembra di raccontare storie antiche, fatte di liturgie latine profumate d’incenso e ricordi di lunghe corde che arrivavano fino in cima al campanile, dimenticando quanto siano importanti – oggi forse ancor più di ieri – le figure di questi laici così speciali.
Non un semplice lavoro, non solo volontariato, ma vera missione, quella del sacrestano, una vocazione a cui bene o male ci si sente chiamati. Non è certo un caso infatti se un antico proverbio dei nostri nonni, in cui come sempre è rinchiusa tanta saggezza, citato anche dal Verga, recita: «Per far da Papa bisogna saper far da sagrestano». Probabilmente tutti sanno che questo compito non può essere svolto da una persona qualunque, ma forse non tutti sanno che esiste un’apposita organizzazione, la Federazione Italiana Sacristi, ed il loro patrono, San Pio X, è il pontefice che si propose come programma di governo di ricapitolare tutto in Cristo e lo realizzò in semplicità di animo, povertà e fortezza.
I compiti del sacrestano sono senza dubbio molteplici e disparati; fra di essi i più importanti sono quelli di custodire gli arredi sacri, preparare tutto il necessario per le celebrazioni e occuparsi di tutto quello che riguarda la cura della chiesa, della quale deve curare anche l’ordine e l’illuminazione. A lui il compito di aprire e chiudere le porte, cambiare gli addobbi, presenziare a tutte le funzioni con partecipazione, sempre pronto a ogni evenienza e a soddisfare con prontezza ogni richiesta del celebrante.
Quello del sagrestano è in effetti un mestiere assai antico, che affonda idealmente le sue radici nelle pagine dei Vangeli, dalle quali emerge la grande cura e attenzione che merita il culto liturgico. Sentendo avvicinarsi il tempo della Sua Passione, Gesù in persona ordinò a due dei suoi discepoli, Pietro e Giovanni, di andare a Gerusalemme per “preparare la Pasqua”, inviandoli da un uomo che avrebbe mostrato loro una sala già pronta ed allestita per la celebrazione, dove preparare la cena nella quale avrebbe istituito i sacramenti dell’eucarestia e del sacerdozio. Soltanto chi ama davvero la Chiesa ed ha il desiderio sincero di rendersi utile per renderla bella ed efficiente è adatto a questo compito, che è un modo per partecipare alla missione affidata da Cristo agli Apostoli.
Dopo la morte dello storico sagrestano Gianni Mazzoni, l’allora parroco don Fausto Arrisi non ha ritenuto opportuno mantenere la figura del sacrestano fisso, ma ha affidato lo stesso compito alla buona volontà di alcuni parrocchiani volenterosi, che si sono subito resi disponibili a dare il loro contributo. Attualmente si occupano di questo importante servizio Mario, Danilo, Luigi e Francesco, che col supporto di Fabio si alternano tra campanelli, turiboli e ampolline, e provvedono, nelle occasioni che lo richiedono, allo spostamento delle statue e alla preparazione di quanto occorre per le varie celebrazioni liturgiche. È un servizio puntuale e attento il loro, che svolgono con serietà e impegno, lieti di lavorare, per il bene di tutti, nella casa del Signore.
La presenza discreta e premurosa del "Gianni" ha segnato in modo indelebile la nostra comunità: per più di venti anni ha affiancato i tanti parroci che si sono alternati alla guida della nostra Parrocchia, anche nel periodo molto impegnativo (la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta) segnato dai lavori di restauro della chiesa. Prima di lui, dal 1978 al 1988, la cura della sagrestia era affidata al signor Ettore Barbieri, soprannominato dalla gente del paese "il Vescovo", per la serietà e la passione con cui svolgeva le sue mansioni. Prima ancora, durante il lungo periodo in cui la Parrocchia fu guidata da monsignor Silvio Losini, a fare da sacrestano era il signor Lelio Lommi, che abitava con la sua famiglia nella palazzina di Via Roma, mentre il signor Ludovico Pagani, padre di don Ferdinando, ricoprì l’incarico di sacrestano dal 1928 al 1954, fedele collaboratore di monsignor Giuseppe Cardinali, ma di lui avremo modo di riparlare presto.