Marzo, il mese di Giuseppe, un uomo Giusto
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Marzo, il mese di Giuseppe, un uomo Giusto
Forse non tutti sanno o ricordano che, come il mese di maggio è dedicato a Maria Santissima, così il mese di marzo è dedicato al suo sposo, San Giuseppe. Il giorno più importante di questo mese è il 19, perché in tale giorno la liturgia ne celebra la solennità. Una devozione, quella nei confronti di San Giuseppe, che riveste ancora più importanza quest'anno, proclamato Anno speciale di San Giuseppe l'8 dicembre scorso da papa Francesco, nella ricorrenza dei 150 anni della proclamazione a patrono della Chiesa universale da parte di papa Pio IX.
A dire il vero, San Giuseppe è una figura che sembra restare sullo sfondo, non ruba la scena. Non ha lasciato scritti sulla sua vita, gli evangelisti ne parlano poco o nulla e sulla storia di lui non abbiamo che pochi frammenti. Eppure il fedele sposo di Maria è considerato il più grande santo non solo della Chiesa cattolica, ma anche di quella ortodossa. Giuseppe, in ebraico Yosef e in latino Ioseph, è l’uomo giusto per eccellenza, che con la propria vita ha custodito quella di Maria e di Gesù, i tesori preziosi che Dio gli ha affidato. La vicenda di Giuseppe è unica nella storia della salvezza. Uomo della stirpe di Davide, figlio di Giacobbe, ha creduto alle parole dell'Angelo che gli apparve in sogno e proprio per questo ha meritato l'appellativo di Giusto, parola che significa "colui che ha creduto", divenendo padre putativo di Gesù.
I soli evangelisti che ci raccontano qualcosa su Giuseppe, seppur con poche ed essenziali notizie, sono Matteo e Luca. Gli episodi iniziano con l'apparizione a Maria dell'angelo Gabriele che le chiede di aderire al piano dell'Incarnazione di Dio. La giovanissima fanciulla, ancor prima di Giuseppe, è provata gravemente nella fede: al suo Sì, lo Spirito Santo compie il miracolo per il quale l'umanità è salvata. Nei Vangeli si narra che il fatto avvenne durante il tempo della gravidanza di Elisabetta, madre di Giovanni, il profeta precursore di Gesù: «Nel sesto mese l'Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea chiamata Nazareth a una vergine promessa sposa di un uomo della casa di Davide chiamato Giuseppe; la vergine si chiamava Maria» (Luca 1,26).
Successivamente anche Giuseppe subisce la stessa prova: scopre la gravidanza di Maria e ne rimane turbato. Invece di fare ciò che chiunque del suo tempo avrebbe fatto, decide di non ripudiare Maria, ma di allontanarla in segreto. Fu così che il nunzio celeste gli viene in soccorso e consola il suo cuore: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: Egli salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Matteo 1,20). È nella prova, nell'angoscia, nella solitudine, che Dio ha forgiato i cuori dei genitori di Gesù.
Durante la gravidanza di Maria, a seguito del censimento di tutta la popolazione dell'Impero romano imposto dal decreto di Cesare Augusto, mentre Quirinio era governatore della Siria, i due sposi devono lasciare Nazareth ed proprio a Betlemme che si compie il momento del parto, come avevano annunziato i profeti. Giuseppe, a fianco di Maria, deve subire le umiliazioni comuni a tutti i poveri del mondo: cercare in fretta un alloggio, un riparo, un luogo dove far nascere il Redentore. Ma per i poveri la vita è resa difficile in ogni tempo. Così Gesù, figlio di genitori poveri, nasce in una mangiatoia, al calore di un bue e di un asinello, in una stalla: il Re dei re nasce povero tra i poveri, in una grotta. Ma i pastori e i magi sono venuti ad adorarlo, Lo hanno riconosciuto: tutti gli uomini di buona volontà di tutti tempi Lo riconoscono e Lo adorano.
Giuseppe, il falegname di Nazareth modella tutta la sua vita sul disegno di Dio: è sposo fedele e custode premuroso del suo piccolo Signore. Nato Gesù, Giuseppe viene nuovamente provato nella fede: l'Angelo, ancora una volta lo avverte: deve fuggire in Egitto perché Erode vuole uccidere tutti i bambini di Betlemme che hanno meno di due anni. Solo dopo la morte di Erode, il padre di Gesù, con la sua sposa, torna a Nazareth dove riprende la sua attività di artigiano falegname.
D'ora in poi, fino al momento in cui Gesù inizia la sua missione, Giuseppe trascorre, nella sua casa a Nazareth, una vita ordinaria, fatta di episodi comuni a tutte le famiglie del popolo d'Israele. Così, per il cammino di fede, vivono le tappe della circoncisione e la presentazione di Gesù al Tempio. Solo l'episodio del ritrovamento di Gesù tra i dottori della Legge (dopo giorni di angosciose ricerche al ritorno di una festa a Gerusalemme), interrompe l'ordinarietà della vita della Sacra Famiglia. Le frasi «Figlio, perché hai fatto questo?» e «Perché mi cercate?» (cfr. Luca 2,41-50) dimostrano che Gesù, anche se ancora fanciullo, vuole rammentare ai suoi amati genitori della terra, che Lui è lì per la salvezza di tutta l'umanità. La vita nascosta di Gesù sarebbe durata ancora diversi anni. Questa vita nascosta di Gesù costituisce il cuore della storia di Giuseppe e della prima parte della vita di Maria. È la storia della Sacra Famiglia, la cui festa si celebra tra Natale e capodanno, è la festa dell'amore familiare, dell'unione coniugale, della chiesa domestica.