Pontestorie – L’inaugurazione dell’Asilo “Raggio” (8 ottobre 1893)
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Pontestorie - L'inaugurazione dell'Asilo "Raggio" (8 ottobre 1893)
Nel secondo episodio di questa nostra nuova rubrica di approfondimento, siamo invitati a fare un salto indietro nel tempo fino al 1893, anno in cui in Italia esplodeva lo scandalo della Banca Romana e Crispi tornava al potere. A Pontenure, però, un altro evento memorabile rubava la scena a scandali, crisi di governo e a tutto il resto: l'inaugurazione dell'Asilo "Clara Raggio", avvenuta proprio domenica 8 ottobre 1893, una giornata a dir poco storica per la nostra piccola borgata.
Già il 27 giugno 1889 era sorto a Pontenure un Comitato per la fondazione di un Asilo da infanzia da intitolarsi al nome della defunta signora Clara Raggio, moglie del principale promotore, commendatore Armando Raggio, che da pochi anni era sbarcato in paese e aveva comprato dal signor Fantoni l'area dove oggi sorge la villa e lo splendido parco che la circonda. Oltre al comm. Raggio, facevano parte del Comitato l'allora sindaco di Pontenure, nobile Teodorico Zaccaria, l'arciprete don Rolando Romani, il conte Stefano Marazzani Visconti Terzi, e altri importanti cittadini, come l'avvocato Scipione Vitali, Alberto Tesini, Giacomo Marzolini, il dottor Vittorio Porta, Benedetto Pagani, Francesco Pennaroli, l'ingegnere Ludovico Scarabelli e Napoleone Draghi, storico segretario comunale del nostro paese.
Colle generose offerte raccolte, il 7 settembre 1892, il Comitato comprò per la somma di lire 2.269,37 dal Beneficio parrocchiale di Pontenure 1815,21 metri quadrati di terreno (sui quali sorgeva un fabbricato colonico di proprietà del Beneficio, demolito e poi ricostruito a spese del medesimo Comitato in altra sede). Si poté così cominciare la costruzione dell'edificio, privo allora delle ali laterali, lavori che comportarono una spesa di 27 mila lire. Nell'agosto 1893 il Comitato promotore invitava i cittadini di Pontenure a riunirsi in società per la costituzione dell'Asilo, alla quale dichiarava di cedere a titolo gratuito il fabbricato e come i mobili.
La Società risultò composta da tutte le persone che volevano concorrere al mantenimento dei fanciulli tramite la sottoscrizione di azioni annuali, del valore di due lire cadauna. In tutto ne furono sottoscritte 785. Il 24 settembre 1893 si tenne l'assemblea degli azionisti per l'approvazione dello Statuto, composto in tutto da 35 articoli, che propose l'erezione dell'Asilo in ente morale. Per fare tutto ciò restava però da saldare ancora un debito di lire 4.700, che il commendator Raggio si offrì generosamente di versare di tasca propria, permettendo così il riconoscimento dell'Asilo, ufficializzato da un regio decreto a firma del re Umberto I del 6 dicembre 1894.
L'Asilo iniziò a funzionare regolarmente a partire dal 16 ottobre 1883, ospitando i piccoli alunni tutti i giorni feriali, dalle ore nove alle sedici. Allora vi erano ammessi fino a 30 bambini, che ogni giorno ricevevano come vitto un piatto di minestra. La quota mensile era di due lire al mese per i bambini appartenenti a famiglie di possidenti, fittabili, mezzadri, negozianti e impiegati statali, e di solo quattro lire annue, una tantum, da versarsi all'atto dell'iscrizione, per i bambini delle famiglie più povere. Il primo presidente fu il sindaco di Pontenure nobile Teodorico Zaccaria, che ricoprì l'incarico fino al 1895.
Anche se ad accudire i bambini, almeno per i primi anni di vita dell'Asilo, non erano ancora presenti le reverende Suore Rosminiane che nei decenni successivi avrebbero accompagnato nella crescita intere generazioni Pontenuresi, fin da subito emerse con chiarezza la nobile missione dell'Asilo, quella cioè di "accogliere e custodire nei giorni feriali i bambini di ambo i sessi delle famiglie residenti nel Comune di Pontenure, che abbiano compiuto i tre anni e fino all'età scolare, allo scopo di provvedere alla loro educazione fisica, morale, religiosa e intellettuale". Un'opera meritoria, specialmente in quegli anni, in cui muoveva i primi incerti passi nel nostro Paese la legislazione sulla tutela del lavoro, e ancora meno attenzione si dedicava alla prima infanzia.
Ma vediamo in questo suggestivo resoconto, con il caratteristico stile dell'epoca, apparso sull'edizione del quotidiano Libertà del 10 ottobre 1893, come si svolse quella solenne cerimonia di inaugurazione che avrebbe consegnato alla nostra comunità religiosa e civile una delle sue Istituzioni più importanti e benemerite.
Pontenure, 9. – Per la inaugurazione dell’Asilo infantile Clara Raggio, qui costruito ex-novo mercè la generosità del sig. Armando Raggio, che lo volle eretto in memoria della compianta sua signora, questa borgata era jeri tutta pavesata a festa.
Bandiere e tappeti ornavano tutte le case e dalle finestre pendevano lampioncini e fiori. E bandiere e palloncini erano posti, lungo la via Emilia, su pennoni.
Dalla stessa torre della chiesa sventolavano vessilli tricolori e variopinti lampioni.
Gli sbocchi delle vie erano pavesati a festoni ed un arco a colori erasi inalzato a quella che fa capo alla stazione ferroviaria.
Il fabbricato dell’Asilo, elegante e ben condotta costruzione, con belle terrazze laterali, cortili, aule ampie e ben aereate, illuminato all’interno ed all’esterno con luce elettrica, e ben addobbato, sino dal mattino era aperto al pubblico, come lo fu il ridente fiorito giardino del villino Raggio.
All’arrivo del treno proveniente da costì alle 9 il sig. Raggio e famiglia, le autorità locali, il Presidente e Comitato dell’Asilo, la Società Operaia con bandiera e buon numero di persone, recaronsi, con la brava banda musicale di Fiorenzuola, qui venuta per la occasione alla stazione per ricevere gli invitati che attendevansi, e che tosto recaronsi alla sede dell’Asilo.
All’esterno di questo, nel cortile che lo precede, erano state disposte poltrone e seggiole per gl’invitati.
Ad un tavolo, collocato nel bel mezzo, presero parte il presidente del Comitato e sindaco del Comune l’egregio nobile cav. Teodorico Zaccaria, il prefetto, il generale Carenzi, sotto-segretario di Stato, ospite del sig. Raggio, gli onorevoli Lucca, Pasquali e Manfredi, l’avvocato Giarelli assessore costì, con altri.
Molte gentili signore ed elegantissime signorine spiccavano fra il gruppo là convenuto per la bellezza loro e la grazia delle loro toelette.
Il sig. Zaccaria presentò l’oratore, on. Pasquali, il quale prese a leggere la sua conferenza.
Parlò della beneficenza in genere e della istituzione degli Asili d’infanzia in ispecie, facendone la storia e concluse encomiando l’opera del sig. Armando Raggio che tale opera istituiva a favore dei bimbi poveri del Comune.
Il discorso dell’on. Pasquali, fosse pel tono troppo basso di voce, o per la precipitazione della lettura, se non dai più vicini poté essere afferrato e bene inteso.
L’accoglienza fu fredda, fredda, e gli applausi si lasciarono desiderare.
Dopo il Pasquali sorse il prefetto commendator Ferrari, che invitò a gridare: Evviva Raggio!
I presenti passarono quindi a visitare l’Asilo ed in una delle aule a terreno si aperse la fiera di beneficenza. E tutti pescavano qualche premio offerto dalle gentili mani di avvenenti e cortesissime giovinette, fra le quali la compitissima signorina Raggio.
Le autorità e gli invitati si portarono quindi in un vicino prato, ove era allestito il tiro al piccione ed alla quaglia, e tosto i tiratori presero a far fuoco facendo molte vittime fra gli innocui pennuti.
Il tiro, per quanto non grande il numero di coloro che vi parteciparono, si mantenne però animato sino a sera.
Alle undici, per gli invitati, refezione squisita nella villa Fortunata, offerta dal sig. Raggio, ed alle sei banchetto, con profusione di vivande e quella proprietà, che presso sì ricco e liberale signore, quale il cav. Raggio, era da attendersi.
I brindisi, è naturale, non furono né brevi, né pochi.
Alle tre del pomeriggio venne aperto il festival popolare, ove si ballò con frenesia sino a notte.
Intanto la brava musica di Fiorenzuola suonava scelti pezzi nel giardino Raggio, ove il pubblico passeggiava, ammirandone le bellezze.
A sera si accesero i lumi e lampioni tutti alle finestre delle case, lungo la via e sulla torre e la luminaria riuscì bene. La palazzina Raggio e l’Asilo illuminato a elettrico, producevano, in quel mare di luce, un magico effetto.