Il mistero dell’Annunciazione nelle parole dei Padri della Chiesa
di Redazione Sito ·
Il mistero dell'Annunciazione nelle parole dei Padri della Chiesa
Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea chiamata Nazaret, da una vergine che era fidanzata con un uomo nella casa di David, di nome Giuseppe, e il nome della vergine era Maria (Luca 1, 26-27).
L'Annunciazione che la Chiesa ha celebrato quest'oggi, sabato 25 marzo, è la festa del Signore che s'incarna nel grembo di Maria, dando inizio a una nuova storia. Rivestita dalla potenza dello Spirito Santo, grazie al quale e nel quale tutto diviene possibile, Maria pronuncia il suo "Amen": crede in Dio, si fida di Lui, si affida a Lui, diviene strumento della Sua volontà. Nel corso dei secoli in tanti, umili fedeli e dotti teologi, si sono interrogati sul grande mistero dell'Annunciazione. Ecco una selezione di alcuni pensieri in proposito tratti dal pensiero dei Padri della Chiesa.
La missione dell’Arcangelo Gabriele
San Basilio Magno: «Gli spiriti celesti non vengono da noi di propria iniziativa, è Dio che li manda quando la nostra utilità lo richiede; poiché la loro occupazione è contemplare lo splendore della saggezza divina».
San Gregorio Magno: «Non è un angelo normale, ma l’Arcangelo Gabriele che viene inviato alla Vergine Maria. In effetti, solo il più grande degli angeli poteva venire ad annunciare il più grande degli eventi. La Scrittura gli dà un nome speciale e significativo, si chiama Gabriele, che significa forza di Dio. Fu quindi alla forza di Dio che fu riservato di annunciare la nascita del Dio degli eserciti, del forte in battaglia che è venuto a trionfare sulle potenze dell’aria».
San Beda il Venerabile: «Dio inizia mirabilmente l’opera della nostra redenzione, inviando un angelo a una vergine, che la nascita divina avrebbe consacrato, perché anche il demonio aveva iniziato l’opera della nostra caduta mandando il serpente alla donna per sedurla con lo spirito d’orgoglio».
San Giovanni Crisostomo: «L’angelo non aspetta che la nascita abbia luogo per far conoscere il mistero alla Vergine, questo evento l’avrebbe gettata nel più grande turbamento. È prima del concepimento che realizza il suo messaggio, e non è in sogno, ma con un’apparizione visibile e solenne, come lo richiedeva, prima della realizzazione, l’importanza dell’evento che stava per annunciare».
Viene inviato a una vergine sposata
Sant’Agostino: «Solo la verginità era degna di dare alla luce Colui che, alla sua nascita, non avrebbe avuto eguali. Il nostro Capo, per miracolo abbagliante, doveva nascere da una vergine secondo la carne, e quindi preannunciare che la Chiesa vergine avrebbe dato ai suoi membri una nascita completamente spirituale».
San Girolamo: «C’è un motivo ragionevole per cui un angelo viene inviato a una vergine; poiché la verginità è sempre stata unita da stretti legami con gli angeli. In effetti, vivere nella carne, senza obbedire alle ispirazioni della carne, non è la vita della terra, ma è la vita del cielo».
Sant’Ambrogio: «La Scrittura stabilisce chiaramente queste due cose, che era sposa e vergine. Vergine, e quindi separata da ogni commercio con un uomo; sposa, così che la sua verginità sarebbe stata al sicuro da ogni disonore, mentre la sua gravidanza sarebbe stata un’indicazione di corruzione per tutti. Il Signore preferiva permettere alcuni dubbi sulla sua nascita immacolata, piuttosto che sulla purezza di sua madre. Sapeva quanto sia delicato l’onore di una vergine, quanto sia fragile la sua reputazione, e non voleva che la fiducia nella sua nascita miracolosa sorgesse dal disonore di sua madre. La verginità di Maria era quindi inviolabile, secondo l’opinione degli uomini, come lo era lei stessa».
Il matrimonio della Beata Vergine protegge il segreto di Dio
Sant’Ambrogio: «Nulla, inoltre, dà più credibilità alle parole di Maria di questo matrimonio, e fuga ogni sospetto di menzogna. Se fosse diventata madre senza essere sposata, sarebbe sembrata voler nascondere la propria colpa sotto il velo delle bugie; essendo sposata, al contrario, non aveva motivo di mentire, poiché la fertilità delle mogli è sia la ricompensa che il privilegio del matrimonio. Non meno importante motivo è che la verginità di Maria mise in scacco il principe del mondo; vedendola impegnata nei vincoli del matrimonio, non poteva sospettare della sua nascita verginale».
Sant’Ambrogio: «Ma questo matrimonio eluse ancora di più tutti i pensieri dei principi della terra; poiché la malizia dei demoni penetra facilmente nel segreto delle cose nascoste; ma quelli che sono immersi nelle preoccupazioni del mondo sono incapaci di comprendere le cose divine. Diciamo anche che abbiamo così un testimone più credibile e sicuro della verginità di Maria nella persona di suo marito, che avrebbe potuto, sia protestare per il disonore che gli era stato portato, sia procedere con il giusto castigo, se non avesse conosciuto il mistero di questa nascita».
San Beda il Venerabile: «E questa vergine si chiamava Maria. Maria, in ebraico, significa stella del mare, e in siriaco, padrona, nomi che si adattano perfettamente a Maria che ha dato alla luce il Padrone del mondo e la Luce eterna dei secoli».
a cura di Redazione Sito parrocchiale