Lunedì 1° Maggio: la festa del Lavoro nel giorno di San Giuseppe lavoratore
di Redazione Sito ·
Lunedì 1° Maggio: la festa del Lavoro nel giorno di San Giuseppe lavoratore
Quest’oggi, lunedì 1° maggio, nella chiesa parrocchiale di Pontenure si è svolta la consueta celebrazione eucaristica presieduta dal nostro parroco don Mauro Tramelli, con la partecipazione delle autorità civili e militari del nostro paese, di alcuni familiari delle vittime sul lavoro e di molti fedeli sensibili al significato cristiano del lavoro.
Alla Santa Messa, sobriamente accompagnata dai canti del Coro “La Torre”, hanno preso parte fra gli altri il dott. Roberto Modenesi, assessore alla Cultura e Associazionismo, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale, il comandante della stazione dei Carabinieri di Pontenure, luogotenente Luciano Salatino, il signor Francesco Castelli, consigliere dell’Anmil di Piacenza, e alcuni consiglieri comunali.
Nella sua omelia, tutta intessuta della dottrina sociale della Chiesa, il celebrante ha ricordato quanto il giorno del primo maggio sia ricco di ricorrenze e significati diversi che si intrecciano tra di loro: festa cristiana perché si onora la figura di San Giuseppe lavoratore, che nel silenzio ha insegnato il suo mestiere di falegname a Gesù, ma anche festa del Lavoro a livello civile, che ci aiuta a riflettere su un tema molto attuale e scottante.
“Se si lasciasse da parte la preminenza del profitto e della produttività – ha ricordato don Mauro – e si guardasse un po’ di più alla dignità dell’uomo“, creato a immagine di Dio, come maschio e come femmina, “allora forse scopriremmo davvero la vera dignità dell’uomo, che viene soltanto da Dio“, la sola cosa che ci rende pienamente suoi figli. “Sembra quasi di tornare all’epoca dei servi della gleba“, ha detto ancora il celebrante, che ha sottolineato come il profitto esasperato finisca spesso col “pestare” l’altro, ossia il nostro prossimo, e insieme a lui i suoi diritti essenziali, il suo stesso benessere, finendo con l’annullare il suo essere figlio di Dio. “Come ci ricorda sempre il Papa, quando perdiamo di vista la dignità dell’uomo e il suo essere immagine di Dio, quell’uomo viene offeso, viene calpestato e viene sfruttato“, è stato poi il monito finale di don Mauro rivolto a tutti gli uomini di buona volontà.
Il ricordo di coloro che hanno perso la vita sul posto di lavoro è tornato anche durante la preghiera eucaristica, e in particolare nella preghiera di suffragio. In molti, alle parole del celebrante, hanno sicuramente ricordato in silenzio il caro volto di un amico, un parente o un conoscente, esprimendo nel cuore l’auspicio che simili tragedie non abbiano mai più a verificarsi, per realizzare finalmente una società più giusta, più equa e più umana.
Malgrado qualche goccia di pioggia, al termine della Santa Messa, un numeroso gruppo di cittadini e tutte le autorità presenti si sono diretti in corteo fino al monumento dedicato alla memoria dei Caduti sul Lavoro presso il giardino della Scuola Media «Francesco Petrarca». Ad accompagnarli la musica della Banda «Isacco del Val-Carlo Pegorini», sotto la direzione del maestro, prof. Luigi Del Matti.
Dopo l’esecuzione dell’inno di Mameli, è stata deposta una corona d’alloro in memoria di chi ha perso la vita svolgendo il proprio lavoro. Nei loro brevi interventi, l’assessore Modenesi e il consigliere Castelli hanno sottolineato la necessità che questa giornata non si limiti ad essere una vuota ricorrenza ma sia di sprone alle Istituzioni, alle forze politiche, alle imprese e alla società civile per un cambio di paradigma sul modo di affrontare queste tematiche, un cambio di paradigma ormai non più rinviabile. Un dato fra tutti: 1090 sono state le vittime sul lavoro durante lo scorso anno 2022, ben tre morti al giorno, senza contare gli innumerevoli infortuni, le invalidità permanenti e le malattie professionali.
La cerimonia si è conclusa con la recita di un Pater su invito di don Mauro, un’ultima preghiera in memoria di tutte le vittime sul lavoro, affidando ciascuno di loro all’infinita misericordia del Padre.
Luca T.