Papi a Piacenza – Il passaggio di Pasquale II (1106)
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Papi a Piacenza – il passaggio di Pasquale II (1106)
Ripercorriamo in questa rubrica i vari incontri che i Piacentini hanno avuto con “il vicario del Dolce Cristo in Terra”, attraverso un’interessante serie di articoli del prof. Fausto Fiorentini, docente e giornalista, pubblicati a partire dal 4 marzo 1988 sul quotidiano Libertà. Gli articoli sono tratti dall’Archivio storico del quotidiano liberamente consultabile a questo indirizzo Teche digitali Passerini Landi.
A Piacenza nel 1106 viene anche il successore di Urbano II, Pasquale II. Il suo pontificato non è tra i più felici. Monaco cluniacense e abate di San Paolo fuori le mura, nominato cardinale da Gregorio VII, cercò di portare avanti la riforma avviata dai suoi predecessori, ma probabilmente non aveva la capacità politica per affrontare le gravi prove del momento. L’imperatore Enrico IV, dopo un breve periodo di calma, torna a farsi sentire per imporre la propria supremazia e così si comporta anche il figlio Enrico V.
Il problema principale è sempre quello delle investiture, cioè la scelta dei componenti della gerarchia, e non è poco visto che alle radici c’è la stessa concezione del potere temporale e spirituale, in altri termini l’Impero e la Chiesa medioevale. Tra l’altro l’imperatore giunge a imporre il proprio potere anche sulla stessa Roma, chiede ed ottiene con la forza delle armi l’incoronazione e tiene lo stesso Papa prigioniero per un paio di mesi.
Passata la bufera, un concilio riunito in Laterano nel 1112 annullò le concessioni fatte all’imperatore e riconfermò le scomuniche; ciò fu reso possibile anche per la condanna politica che Enrico V aveva avuto da parte degli altri governanti dell’Europa occidentale. Nel 1115 inoltre muore Matilde di Canossa che lascia erede universale dei suoi possedimenti la Chiesa e questo è un altro problema per il Pontefice, in quanto motivi economici si intrecciano con quelli politici chiamando in causa direttamente l’Impero. Matilde rappresentava un punto fermo nel crocevia dell’Italia del Nord.
Per questioni di governo il Papa è costretto a spostarsi e in occasione di un suo viaggio in Francia passa anche a Piacenza, come sostiene il Campi nella sua Storia Ecclesiastica. Nel 1104 tiene un concilio a Guastalla, ma si parla anche di Bologna durante il quale, tra l’altro, accetta la supplica dei Parmigiani per la nomina di un nuovo vescovo ottenendo in cambio fedeltà. A Bologna è di scena anche Piacenza, quando si decide di staccare la nostra diocesi da Ravenna. L’iniziativa rientra in un piano tendente a ridimensionare il potere dei vescovi metropoliti.
Il Papa si sposta quindi a Parma e da qui raggiunge Piacenza verso la metà del dicembre del 1106. A questo proposito il Campi non ha dubbi che «la nostra città tutta riverente e humile non men che lieta e festosa, non fosse a render insieme al vescovo e il clero le dovute grazie al benigno Pontefice di haver loro liberati per sempre dalla dura schiavitudine di Ravenna». Sempre lo storico ipotizza che «durando tuttavia la fama del miracoloso olio del tempio» (è l’olio votivo del pozzo dei martiri che si ritiene al centro di un miracolo) e di altri riconoscimenti del suo predecessore alla Madonna di Campagna (tra cui un Prefazio), Pasquale abbia visitato anche la piccola chiesa che vide anni prima il grande Concilio del 1095.
Per quanto riguarda questa costruzione è da notare che era girata verso ovest e si trovava nella zona del coro dell’attuale chiesa. Il capitolo della primitiva «chiesuola» è comunque avvolto nella penombra e va accettato con molta approssimazione: questo vale ancor di più per il pozzo dei martiri della persecuzione di Diocleziano.
Quello del Papa è quasi un pellegrinaggio «al fine di implorare sui futuri successi del pontificato a beneficio del Cristianesimo la favorevole intercessione della Gran Madre di Dio». Era anche un omaggio ad Urbano II, il suo predecessore, di cui aveva tentato di seguire la linea politica.
Pasquale II lascia la terra piacentina diretto in Francia e tra il suo seguito vi è anche il vescovo di Piacenza Aldo che però è già in diocesi nell’ottobre del 1107 quando – questa volta è il Poggiali ad informarci – consacra la restaurata chiesa di San Savino. Il pontificato di questo Papa va dal 13 agosto 1099 al 21 gennaio del 1118.
Fausto Fiorentini – Libertà, Mercoledì 16 marzo 1988