Papi a Piacenza – Callisto II, pacere per San Sisto (1120)
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Papi a Piacenza – Callisto II, pacere per San Sisto (1120)
Ripercorriamo in questa rubrica i vari incontri che i Piacentini hanno avuto con “il vicario del Dolce Cristo in Terra”, attraverso un’interessante serie di articoli del prof. Fausto Fiorentini, docente e giornalista, pubblicati a partire dal 4 marzo 1988 sul quotidiano Libertà. Gli articoli sono tratti dall’Archivio storico del quotidiano liberamente consultabile a questo indirizzo Teche digitali Passerini Landi.
Nel 1120 si ferma a Piacenza alcuni giorni il papa Callisto II, un nome importante tra i pontefici della Chiesa di Roma. Guido di Borgogna, arcivescovo di Vienne in Francia, viene eletto papa a Cluny e chiamato a succedere a Gelasio II. Nelle sue mani giunge la questione irrisolta delle investiture.
Chi deve nominare i vescovi? Il papa o l’imperatore? Enrico V, come i suoi predecessori, non ha dubbi: spetta a lui sia per quanto concerne la parte politica-amministrativa simboleggiata dallo scettro, sia per la componente religiosa, rappresentata dalla concessione del pastorale. I papi ovviamente non potevano accettare una simile situazione, ma non sempre avevano la forza per far fronte alle pressioni imperiali.
Callisto II questa forza ritiene di averla e subito a Reims, nell’ottobre del 1119 (era stato eletto il 9 febbraio) lancia contro Enrico V una solenne scomunica. Dopo di che si dirige verso Roma dove il proprio operato avrà l’appoggio dei cardinali (l’antipapa Burdino dovrà ritirarsi) e dei sovrani d’Europa.
Nel 1122 giunge al famoso concordato di Worms ratificato dal Concilio lateranense del 1123: i due poteri, lo spirituale (il papa) e il temporale (l’imperatore), trovano un accordo sulle investiture: ognuno interverrà per quanto di propria competenza separando in modo chiaro le due sfere d’influenza. Per il mondo di allora vuol dire finalmente la pace dopo anni di tensione e Callisto II, dopo questo importante risultato, può dedicarsi alla normale amministrazione chiudendo serenamente la sua vita il 13 dicembre 1124.
Secondo i cronisti, tra cui il Campi, nel suo viaggio dalla Francia a Roma il papa passa anche a Piacenza. Siamo nella primavera del 1120 e il pontefice tocca Tortona, Milano e nella Settimana Santa giunge nella nostra città «da tutti con sommo onore e allegrezza ricevuto ognuno a gara prostrandosi devotissimamente a baciargli il piede». Dalla terra piacentina – come precisa un altro storico piacentino, il Poggiali – passa in Toscana lungo la via di Pontremoli.
Per Piacenza sono anni di particolare attività che, come spesso accade, portano anche a tensioni con i vicini. È la volta questa dei Parmigiani e nel 1118 i Piacentini giungono a mettere l’assedio alla consorella padana. Nel 1122 si pone mano alla costruzione della cattedrale e a questo proposito un cronista, il De Musso, afferma che il tempio viene consacrato proprio dal papa di cui stiamo parlando; la storiografia però tende a spostare tale data al 1132 ed allora, come vedremo, l’avvenimento chiama in causa un altro papa che ha visitato la nostra città, Innocenzo II.
Callisto II, piuttosto, ha dovuto sbrogliare un’altra faccenda piacentina: il governo del potente monastero di San Sisto. La badessa Febronia, espulsa da questo chiostro, aveva ottenuto dal papa il permesso di riprendere possesso del monastero ai danni dei Benedettini che premevano con l’abate Oddone.
Quest’ultimo farà presente le proprie ragioni al pontefice durante il suo soggiorno piacentino ma non la spunterà. Solo in un secondo tempo otterrà che Callisto II ritiri il “breve” che aveva in un primo tempo concesso alla battagliera Febronia.
È sempre questo papa che nel 1119 dà il proprio assenso alla tradizione popolare che aveva proclamato santo il piacentino Gerardo Della Porta.
Fausto Fiorentini – Libertà, Mercoledì 16 marzo 1988