Don Luigi Strazzoni, qualche ricordo di un sacerdote dal cuore grande
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Don Luigi Strazzoni, qualche ricordo di un sacerdote dal cuore grande
Si sono celebrate quest'oggi, lunedì 11 settembre, nella chiesa parrocchiale di Borghetto di Roncaglia le esequie di don Luigi Strazzoni. A presiedere la liturgia il nostro vescovo mons. Adriano Cevolotto, con la partecipazione di tanti fedeli che hanno conosciuto e amato don Luigi e di tanti confratelli presbiteri, tra cui parecchi sacerdoti legati a Pontenure. Don Luigi, già parroco di Borghetto, si è spento nella mattinata di sabato 9 settembre. Nato nel gennaio del 1940 ad Alseno, era stato ordinato sacerdote nel maggio del 1965. Agli inizi del suo ministero ha svolto l’incarico di collaboratore parrocchiale a Trevozzo, Pontenure e nelle parrocchie cittadine di Santa Eufemia e Nostra Signora di Lourdes. A Pontenure arrivò nel 1969, in sostituzione di don Carlo Tagliaferri destinato a Bagnoregio, e fu l'ultimo curato dell'arciprete don Silvio Losini, che fu per don Luigi maestro esigente e padre amorevole ad un tempo. Insegnante di religione cattolica presso le Scuole medie del nostro paese, don Luigi rimase curato di don Silvio fino al 1977, quando don Losini rinunciò alla Parrocchia di Pontenure. Nel 1979 don Luigi venne nominato parroco di Borghetto (PC) e, negli anni successivi, amministratore parrocchiale di Muradello e di Roncaglia, non smettendo mai il suo impegno pastorale anche a favore della parrocchia di Pontenure e delle parrocchie limitrofe, sempre disponibile a tutte le necessità dei confratelli della Comunità pastorale. Aveva rinunciato a tutti gli incarichi pastorali per motivi di salute nel 2020; da tempo risiedeva nella Casa del clero "Cerati" di Piacenza.
Di seguito qualche ricordo semplice ma sentito ad un tempo di don Luigi, un sacerdote che ha toccato il cuore di tante persone che conserveranno a lungo, come un tesoro prezioso, la testimonianza di fede e d'amore che egli ha offerto nel suo ministero sacerdotale.
Un confessore instancabile, testimone della misericordia del Padre. – Non ho avuto modo di conoscere in maniera approfondita don Luigi Strazzoni, ma oggi, nel giorno del suo ritorno alla casa del Padre, mi piace ricordarlo nella sua veste di confessore, un ministero che ha svolto assiduamente, per tanti anni, ogni martedì presso la nostra chiesa parrocchiale. Una presenza rassicurante, accogliente, che metteva sempre a suo agio il penitente, lo conduceva paternamente all’incontro con la Divina Misericordia. Sempre cordiale e paziente, con una chiosa sapiente e rassicurante, con precise e appropriate citazioni della Sacra Scrittura che sempre facevano riferimento alla bontà del Padre Celeste. Nel servizio che Don Luigi, finché ha potuto, ha svolto con umiltà e solerzia, traspariva una fede profonda e indefettibile, la serenità di chi sa di aver al proprio fianco la presenza vera del Redentore. Quella che ora egli può assaporare pienamente nella luce e nel calore della casa del Padre, dove gode della Sua pace e del Suo abbraccio.
Luciano Casolini
Innamorato della liturgia, appassionato del servizio. – Noi chierichetti di Pontenure in servizio alla fine degli anni Novanta lo chiamavamo con fare scherzoso "il microfono di Dio". Lo facevamo a causa della sua voce profonda e tonante, capace persino di scuoterti dal torpore, specie se eri di servizio alla messa prima della domenica che a quei tempi, almeno d’estate, si celebrava alle 7.30 della mattina. Era un uomo profondamente umano e discreto don Luigi Strazzoni: anche se per noi bambini era un "omone" e aveva "un vocione" non riusciva davvero a spaventarci, anzi la sua figura era assai familiare perché spesso sostituiva nelle celebrazioni i parroci titolari. Un suo tratto caratteristico era l’amore per una liturgia ben celebrata: con semplicità evangelica ma con il dovuto riguardo a Colui che consideriamo il Signore di tutte le cose. Ricordiamo che il caro Gianni, lo storico sacrestano, quando celebrava don Luigi si affrettava a tirare fuori dal cassetto paramenti ormai scomparsi dall’suo comune, eppure così carichi di bellezza e significati profondi, disponendo tutto con ordine perfetto, in attesa del suo arrivo. L’amitto, l’elmo della salvezza, il cingolo, che richiama la purezza, il manipolo, simbolo delle fatiche del sacerdozio… prima di indossarli don Luigi li baciava uno ad uno, con il rispetto e la reverenza che si deve alle cose sacre. Questo suo modo di fare ci testimoniava la sua fede profonda ed era per noi occasione di scoperta e stupore perché nessuno ormai li usava più quei paramenti, e volentieri lo aiutavamo a vestirsi, mentre lui recitava le antiche preci anch’esse ormai scomparse col mutare dei tempi. Era un presbitero tutto d’un pezzo don Luigi, grande nella carità e nella bontà discreta, nella semplicità della vita, nell’amore del servizio al prossimo, prestato generosamente, con larhezza di impegno e con amore inesausto per la Chiesa. Ora don Luigi celebra senz’altro, con i santi e con i martiri, l’eterna liturgia alla presenza del vero Agnello senza macchia nella Gerusalemme del Cielo.
Luca T.
Il ricordo di un fratello scout. − Parlare di don Luigi Strazzoni significa pensare al suo viso sorridente, alla sua espressione quasi sorniona. Lui non era di quelli che si metteva in prima fila, ma ogni volta in cui lo cercavi lo trovavi pronto al servizio. “Estote parati” recita il motto degli Scout e lui lo era, sempre. Quando don Aldo Concari ha lasciato la parrocchia di Roncaglia, lo ha sostituito ad interim. Nel momento in cui il Gruppo Scout di Roncaglia si è trasferito a Pontenure e gli abbiamo chiesto di essere nostro assistente spirituale nell'AGESCI, don Luigi sì è reso disponibile e ci ha affiancati per un tratto del cammino. A lui ci si poteva rivolgere nei momenti in cui per vicende personali o familiari avevi bisogno del sostegno di un amico, delle parole di un uomo di fede che conosceva la sofferenza, la sapeva comprendere, ma andava oltre e ti mostrava le cose sotto una Luce diversa; nel sacramento della Confessione poi, sapeva farsi autentico testimone della misericordia del Padre. Forte della sua fede, pur essendo di indole riservata, ha collaborato con don Giuseppe Sbuttoni nel servizio di chi spesso viene condannato come la peccatrice nel Vangelo di Giovanni. Quando la malattia e l'età lo hanno costretto a lasciare la parrocchia di Borghetto in cui ha operato per tanti anni, è iniziata per lui una fase nuova e non facile della vita che lo ha condotto tra le braccia di quel Padre di cui ha saputo essere testimone tanto umile quanto credibile. A te don Luigi il nostro grazie sincero per tutto ciò che sei stato, ora ti chiediamo di continuare a coltivare quell'amicizia che abbiamo stretto su questa terra. Con molto affetto e riconoscenza Buona strada!
Rosita Galli
Il confessore del martedì. – Era il "confessore del martedì" di tutti noi. Arrivava puntuale come un orologio svizzero e sorrideva a tutti coloro che lo attendevano, in fila come il primo giorno di scuola, fuori dal confessionale. Grazie don Luigi, e buon viaggio tra le braccia del Signore.
Anna Rita
Il pastore di Muradello, amante della musica. – Nei lunghi anni in cui ha guidato la comunità parrocchiale a Muradello, don Luigi ha dimostrato tanta sollecitudine per tutti noi, con particolare attenzione e tenerezza verso i deboli, gli anziani ed i bambini. Ha sempre appoggiato e sostenuto le attività parrocchiali: è a tutti nota la sua costante presenza ai giochi popolari ed alla grande tombolata che seguivano la celebrazione del Santo Bambino di Praga, alla quale coinvolgeva i bambini presenti. In questa festa della parrocchia don Luigi era sempre affiancato da altri sacerdoti di Pontenure o suoi amici e lui stesso era sempre pronto a collaborare con le parrocchie vicine, in uno scambio reciproco: il diacono Cesare Scita e don Jean de Dieu sono poi venuti a Muradello durante la sua malattia. Nella Festa del Ringraziamento ha riunito a Muradello in alcune occasioni tutta l'Unità Pastorale di Pontenure, con lo stesso spirito di fraternità a condivisione. Ricordiamo don Luigi anche per il suo amore verso la musica: la sua forte voce che intonava i canti durante la celebrazione del Venerdì Santo, il suo convinto sostegno al restauro dell'Antico Organo “Gianfrè-Chiesa”, l'ascolto attento e commosso ai concerti organizzati prima e dopo il restauro dell'antico strumento. Egli aveva infatti sostenuto fortemente tale restauro, come il suo predecessore don Luigi Bearesi, attivandosi fin dagli inizi nel Comitato per il Restauro.
Marilena Fusconi
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