I Santi Angeli custodi e i Papi: da San Pietro a Francesco
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Gli Angeli custodi e i papi: da San Pietro a Francesco
Chissà se ancora oggi nelle famiglie si trasmette ai bambini la devozione per l’Angelo custode. Era una delle prime preghiere che imparavamo a recitare da bambini, insegnataci magari dalla mamma e dalla nonna. Chiamati in primo luogo a contemplare il volto di Dio, dal Signore gli Angeli furono posti accanto agli uomini perché, con la loro invisibile ma sollecita presenza, potessero illuminarli, consigliarli e custodirli. Tra i Santi e le Sante che hanno avuto una spiccata e notoria relazione con il proprio angelo custode ricordiamo San Tommaso d'Aquino, San Francesco di Sales, San Francesco d'Assisi, Santa Gemma Galgani, Santa Francesca Romana e San Pio da Pietrelcina.
Molti sono stati lungo i secoli gli interventi di aiuto e protezione offerti dagli Angeli a favore dei papi, fin dai primi tempi dell'era cristiana. Ancora a Gerusalemme, San Pietro, il primo Vescovo di Roma, sperimentò l’azione misteriosa dell’Angelo celeste, che lo liberò dalle catene del carcere dove il re Erode Agrippa I lo aveva fatto rinchiudere. Qualche secolo dopo, un altro grande pontefice, San Leone Magno, prima di affrontare Attila, il "Flagello di Dio", consacrò la Città Eterna all'Arcangelo Michele: anche per questo forse il terribile condottiero unno accettò di risparmiare Roma dalla devastazione e dal saccheggio.
Suggestivo l’episodio che ha per protagonista un altro grande papa, Gregorio Magno: egli era solito ricevere dodici poveri ogni giorno per sfamarli, e un giorno se ne presentarono tredici, essendosi aggiunto proprio un Angelo, che subito si manifestò al Pontefice e agli altri dodici mendicanti in tutta la sua gloria. Non solo, secondo una nota leggenda vi fu un’apparizione dell’Arcangelo Michele a San Gregorio Magno quando una grave pestilenza stava flagellando la città di Roma. Il pontefice per impetrare dal Signore la liberazione dal flagello della peste aveva indetto una grande processione penitenziale partita dalla basilica di Santa Maria Maggiore. Una volta arrivati nei pressi del Mausoleo di Adriano, infatti, il papa avrebbe avuto una visione di San Michele in alto sulla torre nell’atto di rinfoderare la spada, segno che la peste era ormai terminata. Da allora in poi, il culto nei confronti di San Michele, considerato l'Angelo custode dei Papi, a Roma si svilupperà sempre più e addirittura nelle vicinanze tra il Vaticano e la Mole Adriana, poi ribattezzata Castel Sant’Angelo, saranno erette ben nove chiese e cappelle dedicate al Capo degli angeli.
In tempi più recenti il beato papa Pio IX nell’esordio del Concilio Vaticano I confermava solennemente l’esistenza degli Angeli e dei demoni. Il suo successore, Leone XIII, rese obbligatoria, alla fine di ogni Messa, la recita di una preghiera a San Michele per reclamare il suo soccorso contro gli Angeli ribelli dopo una visione che aveva avuto e che vedeva la Chiesa minacciato dal maligno. Degli angeli custodi San Pio X ha detto: «Si dicono custodi gli angeli che Dio ha destinato per custodirci e guidarci nella strada della salute» e l’angelo custode «ci assiste con buone ispirazioni, e, col ricordarci i nostri doveri, ci guida nel cammino del bene; offre a Dio le nostre preghiere e ci ottiene le sue grazie». Papa Pio XII, che non esitava a definire gli Angeli «miei aiutanti in campo», era particolarmente devoto proprio all’Arcangelo Michele che, nel 1949, costituì patrono e protettore dei radiologi e radioterapeuti e anche celeste patrono di tutta l’amministrazione italiana della Pubblica sicurezza, in quanto considerato l’Arcangelo guerriero.
Ancora più devoto all'Angelo custode era San Giovanni XXIII, che nel suo nome di battesimo portava proprio il nome degli spiriti angelici. A diciotto anni, il "Papa buono" che doveva dare avvio al Concilio Vaticano II, aveva scritto nel suo diario di seminarista: «Un Angelo del cielo nientemeno, mi sta sempre accanto ed insieme è rapito in una continua estasi amorosa con il suo Dio. Che delizia al solo pensarci! Io dunque sono sempre sotto gli occhi di un Angelo che mi guarda, che prega per me, che veglia accanto al mio letto mentre dormo…». Mentre mons. Roncalli era in Francia come nunzio apostolico, in una lettera alla nipote suora confidò la sua devozione: «Che consolazione sentircelo ben vicino questo celeste guardiano, questa guida dei nostri passi, questo testimone anche delle più intime azioni. Io recito ‘l’Angele Dei’ almeno cinque volte al giorno e sovente converso spiritualmente con lui, sempre però con calma e in pace. Quando debbo visitare qualche personaggio importante per trattare gli affari della Santa Sede, lo impegno a mettersi d’accordo con l’Angelo custode di questa persona altolocata, perché influisca sulle sue disposizioni. È una piccola devozione che mi insegnò più di una volta il Santo Padre Pio XI». Anche l'idea di indire il Concilio fu attribuito da papa Roncalli ad un’ispirazione che Dio gli aveva dato nella preghiera, tramite il suo Angelo custode.
Guidò la Chiesa soltanto per 33 giorni il beato Giovanni Paolo I ma, quando era ancora patriarca di Venezia, prima della sua elezione al sommo pontificato, il cardinale Albino Luciani affermò che gli angeli sono «i grandi sconosciuti del nostro tempo» e aggiunse: «Sarebbe invece opportuno ricordarli più spesso come ministri della provvidenza nel governo degli uomini». Anche San Giovanni Paolo II ha spesso parlato degli Angeli nel corso del suo lungo pontificato. In uno dei suoi libri autobiografici, confidò: «Ho una particolare devozione per l’Angelo Custode. Sin da bambino, probabilmente come tutti i fanciulli, ho ripetuto tante volte l’invocazione: 'Angelo di Dio, che sei il mio Custode, illumina, custodisci, reggi e governa me’' Il mio Angelo Custode sa che cosa sto facendo. La mia fiducia in lui, nella sua presenza protettrice, si va in me costantemente approfondendo. San Michele, San Gabriele, San Raffaele sono gli Arcangeli che spesso invoco nella preghiera».
Più di recente papa Benedetto XVI, raffinato teologo e profondo conoscitore della Sacra Scrittura, non ha mancato di ricordare la figura dell'arcangelo Michele nella Bibbia, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento. E ancora la incessante vicinanza degli Angeli custodi venne ricordata in particolare durante l’Angelus del 2 ottobre 2011. Ecco le testuali parole del Pontefice: «Cari amici, il Signore è sempre vicino e operante nella storia dell’umanità, e ci accompagna anche con la singolare presenza dei suoi Angeli, che oggi la Chiesa venera quali “Custodi”, cioè ministri della divina premura per ogni uomo. Dall’inizio fino all’ora della morte – proseguiva papa Ratzinger – la vita umana è circondata dalla loro incessante protezione. E gli Angeli fanno corona all’augusta regina Maria delle Vittorie, la Beata Vergine Maria del Rosario, che nella prima domenica di ottobre, proprio a quest’ora, dal Santuario di Pompei e dal mondo intero, accoglie la fervida Supplica, affinché sia sconfitto il male e si riveli, in pienezza, la bontà di Dio».
Qualche anno fa, in una delle messe celebrate a Santa Marta, anche papa Francesco ha interrogato i fedeli sul loro rapporto con gli Angeli custodi ricordando l'importanza di queste creature: «Io, oggi, farei la domanda: com'è il rapporto con il mio angelo custode? Lo ascolto? Gli dico buongiorno, al mattino? Gli dico: ‘Custodiscimi durante il sonno?'. Parlo con lui? Gli chiedo consiglio? È al mio fianco. Questa domanda possiamo risponderla oggi, ognuno di noi: com'è il rapporto con quest'angelo che il Signore ha mandato per custodirmi e accompagnarmi nel cammino, e che vede sempre la faccia del Padre che è nei cieli».
«Mostrandomi la via, non mi abbandonare in alcun modo, e cura pian piano, dolcemente, la lentezza del cuore appesantito – infatti è duro di cuore il genere umano, e lento all’azione del bene – dirigendo verso una vita perfetta, nel modo più bello congiunta alle idee delle cose belle», recita una bella e antica preghiera bizantina dedicata all'Angelo custode riscoperrta di recente in un antico mamoscritto. E così sioa davvero per tutti noi, con l'ausilio del nostro celeste protettore.
Redazione Sito parrocchiale