Sabato 30 Settembre: il Convegno pastorale diocesano e la beatificazione di don Giuseppe Beotti
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Sabato 30 Settembre: il Convegno pastorale diocesano e la beatificazione di don Giuseppe Beotti
Nella mattinata di sabato 30 Settembre presso la chiesa di San Giovanni in Canale si è svolto il Convegno pastorale diocesano che, dopo un ricco buffet, è proseguito mettendosi in cammino verso la cattedrale dove, nel pomeriggio, si è celebrata la Santa Messa per la beatificazione di Don Giuseppe Beotti alla presenza del cardinale Semeraro.
Il Convegno non poteva non iniziare con la preghiera, in particolare l'ufficio delle lodi, seguita dall'intervento del nostro vescovo Adriano Cevolotto. Il Vescovo ha parlato della lettera pastorale "Camminava con loro" che ha rivolto alla Diocesi per questo anno pastorale. Il Vescovo ha posto l'accento sulla fase sapienziale del Sinodo che vivremo quest'anno. Sarà importante aprirsi alla realtà che ci circonda e ancora di più il discernimento di questa realtà, senza cadere nel peccato dell'accidia: prima della conversione pastorale servirà una nostra conversione personale.
Dopo l'intervento del vescovo, Rita Casalini ha spiegato la proposta (non programma) per la fase sapienziale del Cammino sinodale che ci accomuna a tutte le altre diocesi d'Italia. A ciascuna comunità è chiesto di proseguire nella sperimentazione del cantiere scelto (se non lo si è scelto, lo si può sempre fare) attraverso azioni concrete e fattibili che siano di discontinuità con il passato e scegliendo un gruppo di persone che guidi la sperimentazione. È anche chiesto di mettersi in rete con le altre comunità della diocesi che hanno scelto lo stesso cantiere per confrontarsi, aiutati anche dall'equipe sinodale. L'aspetto importante è quello di camminare insieme, lasciandosi guidare dalla realtà e dalla preghiera.
Per ultimo, Don Paolo Cignatta, vicario episcopale per il coordinamento degli uffici pastorali diocesani, ha presentato il calendario pastorale per quest'anno con l'impostazione delle visite pastorali che nell'arco del 2024-2025 interesseranno tutte e trentotto le Comunità pastorali della nostra Diocesi! Secondo il calendario diffuso in quest'occasione, la nostra Comunità pastorale, formata dalle parrocchie di Pontenure, Muradello, Paderna e Valconasso, dovrebbe vedere la presenza del Vescovo all'inizio del prossimo mese di aprile.
Nel pomeriggio, invece, come si diceva in apertura, presso la Cattedrale di Piacenza si è svolta la beatificazione di don Giuseppe Beotti, presbitero ucciso in odium fidei dai tedeschi il 20 luglio 1944. Il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, che su mandato di papa Francesco lo ha elevato agli onori degli altari, lo ha indicato come esempio vivo e concreto dell'amore del Padre verso i Suoi figli.
Il brano evangelico di Giovanni scelto per la celebrazione di sabato, che propone la figura del Buon Pastore, era lo stesso che fu proclamato il 21 gennaio 1940, giorno dell’ingresso del nuovo beato nella sua parrocchia di Sidolo. Una parabola che descrive bene la sollecitudine e il carisma di don Giuseppe, che vissuto nella povertà di una umile famiglia di inizio Novecento ma ricco di spiritualità e di bontà, non rimase insensibile e passivo di fronte al gregge che gli era stato affidato.
Il Buon Pastore non rimane in attesa, non svolge la sua mansione asetticamente, non è uno che timbra il cartellino attendendo con ansia la fine del proprio turno di lavoro o accampa rivendicazioni salariali e normative. Don Giuseppe, buon pastore del suo gregge parrocchiale, ebbe premura, attenzione, cura fedele delle sue pecore, non tralasciandone nessuna, dimostrando il coraggio e la passione d’amore del Signore che dà la vita gratuitamente per tutti e non si stanca di venirci a recuperare lì dove siamo. Don Giuseppe, un cristiano a 360 gradi, profondamente innamorato di Gesù misericordioso, obbediente alla volontà del Padre mise in pratica fino in fondo il messaggio della buona novella.
La frase che fece scrivere sulla porta della sua canonica "Fraternitas amor in domo mea semper": l'amore fraterno sia per sempre nella mia casa, descrive bene la profonda convinzione di don Giuseppe che Dio e solo Dio può indicarci la strada maestra della vita comunitaria. E come il buon pastore è disposto a dare la propria vita per le sue pecore, don Giuseppe non esitò a dare la propria per proteggere gli ebrei, i partigiani, i suoi parrocchiani senza sottrarsi ai propri aguzzini ma portando con fede convinta la propria croce fino all’effusione del suo sangue.
Dopo la Beata Leonella Sgorbati e San Giovanni Battista Scalabrini, la Chiesa di Piacenza Bobbio festeggia con giubilo un altro suo Figlio che ha fatto, fino al martirio, la volontà del Padre.
Elisabetta e Luciano Casolini
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