Giornata Missionaria mondiale: annunciare il Vangelo, un impegno per tutti
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Giornata Missionaria mondiale: annunciare il Vangelo, un impegno per tutti
Quest'oggi, domenica 22 ottobre, si celebra la 97a Gionata Missionaria, che coincide con la memoria liturgica di San Giovanni Paolo II, un Pontefice che dedicò molte energie a questo tema, invitando ogni credente a farsi missionario con lo "stesso entusiasmo che fu proprio dei cristiani della prima ora".
D'altronde le ultime parole pronunciate in questa terra di Gesù Cristo e rivolte agli apostoli, nell'atto di ascendere al cielo, non lasciano dubbi per la loro chiarezza e perentorietà: «Andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo a ogni creatura».
Pertanto, anche quest'anno, papa Francesco, prendendo spunto dall'episodio evangelico dei discepoli di Emmaus, esorta il popolo di Dio ad avere cuori ardenti per il desiderio di comprendere le Sacre scritture, occhi vigili per riconoscere la vera presenza di Cristo nel pane spezzato, piedi solerti per percorrere le strade e proclamare l'annuncio della Buona Novella. Tutti hanno il diritto di conoscere l'annuncio e al contempo i cristiani hanno il dovere di proclamare a tutti la Parola di Dio.
Ma, in concomitanza con la Giornata missionaria, come di consuetudine, l'agenzia Fides pubblica i dati circa il numero dei cattolici nel mondo. Il dato complessivo mondiale si attesta intorno a un miliardo e 375 milioni di persone, con tuti i continenti che rilevano un aumento eccezion fatta per l'Europa, nella quale di evidenzia un decremento intorno ai 250 mila battezzati.
Da ciò si puó dedurre che la figura del missionario, che parte per terre lontane con culture e idiomi diversi, oggi assume i connotati nuovi di colui che, vivendo una propria vita in famiglia, nel lavoro, nella propria comunità parrocchiale, si fa carico di annunciare il Vangelo proprio qui, in questa nostra Europa secolarizzata, laicizzata, in pieno inverno demografico, con squilibri socio-economici devastanti, dedita alla ricerca del successo personale, con la figura di Dio ormai ridotta a comprimario.
Europa come terra da rievangelizzare, soprattutto, evidentemente, nelle nuove generazioni, che, in buona parte, hanno abbandonato la fede, ma anche le ideologie e i grandi ideali, che alle chiese e alle sedi di partito e dell'associazionismo hanno sostituito i centri commerciali e soprattutto i social. Tutto in nome di un soggettivismo che isola le persone in un mondo consumistico e virtuale, nel quale non conta essere o anche in misura minore avere, ma solo apparire, far vedere a tutti e a tutto qualcosa e qualcuno che realmente ha un'altra dimensione.
Come annunciare il Vangelo con ardore e freschezza in realtà così complicate, con persone ripiegate in sé stesse, poco propense ad ascoltare modelli positivi, tanto meno verso prospettive impegnative all'apertura verso gli altri? Come far riemergere in coloro che sono lontani dalla fede la voglia per preparare un terreno fertile verso il seme del seminatore?
È questa la sfida alla quale la Chiesa e ogni suo componente sono chiamati a portare avanti nella terra di missione delle nostre strade, dei nostri posti di lavoro, dei luoghi nei quali quotidianamente ci troviamo a operare e a vivere.
Luciano C.