Da Pontenure a Bologna per la messa in memoria di mons. Manfredini
di Redazione Sito ·
"Operaio del Vangelo e della carità", così recita l’iscrizione presente sulla tomba nella cattedrale di Bologna che ricorda la figura di monsignor Enrico Manfredini, arcivescovo di Bologna, scomparso il 16 dicembre del 1983 a causa di un improvviso attacco cardiaco, soltanto pochi mesi dopo il suo arrivo nella città felsinea.
Prima di essere scelto da Giovanni Paolo II per guidare l'importante Arcidiocesi, mons. Manfredini, originario di Suzzara (Mantova), era stato per tredici lunghi anni vescovo della Diocesi di Piacenza per nomina dell’allora papa Paolo VI, che aveva voluto Manfredini al suo fianco come accompagnatore in occasione di alcuni importanti viaggi all'estero, tra cui quello in Uganda (1969), il primo viaggio internazionale di un pontefice nel continente africano.
Grande amante della parola di Dio e al tempo stesso dell'Eucarestia, nel periodo trascorso alla guida della nostra Diocesi (dal 1969 al 1983) mons. Manfredini fu promotore di un’intensissima opera pastorale. Oltre che per l’attenzione alla famiglia, all’ambito caritativo e al mondo della cultura, egli - sulla scia del Concilio - senti l’urgenza di testimoniare l’amore di Cristo ai poveri e annunciare il suo nome ai lontani, promuovendo l’apertura della Chiesa piacentina al mondo delle missioni nei paesi in via di sviluppo, in particolare in Africa e in America latina. Lo scopo della sua vita era uno solo: che il mondo conosca Gesù Cristo (cfr. Gv 17, 1-2).
Per commemorare la figura di mons. Manfredini e celebrarne il quarantesimo anniversario della morte, le diocesi di Milano, Piacenza-Bobbio e Bologna si sono ritrovate sabato 16 dicembre in una celebrazione congiunta nella cattedrale di Bologna. La solenne liturgia di suffragio è stata presieduta dal cardinale Matteo Maria Zuppi, attuale arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, e concelebrata dall'attuale vescovo di Piacenza-Bobbio, mons. Adriano Cevolotto, dal vescovo emerito, mons. Gianni Ambrosio, e da parecchi altri sacerdoti piacentini.
Tra i membri della piccola comitiva di pellegrini proveniente dalla nostra Provincia che ha viaggiato fino a Bologna, era presente anche una piccola "delegazione" di Pontenure, rappresentata da don Luigi Mosconi e Alberto Carenzi. Diverse le ragioni che li hanno mossi, ma comune l’intento di ricordare una persona, mons. Manfredini, che ha avuto un ruolo decisivo nei rispettivi percorsi di vita.
Questo è quanto ci ha raccontato Alberto, ex catechista e componente del Consiglio di Comunità pastorale: "Io sono andato insieme a Federica Finetti, che è una volontaria dell’Assofa, perché nel 1981 mons. Manfredini è stato il vescovo che ha dato inizio all’Associazione Assofa, o meglio, il vescovo al quale alcuni genitori, tra cui mio padre e mia madre, si erano rivolti per chiedere un aiuto e sostegno per le famiglie disabili e per i loro ragazzi. Quindi, per noi dell’Assofa, è stato un po’ il nostro ispiratore e cofondatore. Io però non l’ho conosciuto, non ho ricordi personali di lui, anche perché nel 1983 avevo appena otto anni, ma mi sembrava giusto essere presente per un senso di appartenenza, gratitudine e affidamento a questa Messa in sua memoria e rappresentare così l’Assofa, una delle Associazioni che mons. Manfredini aveva promosso e beneficiato".
Ben diverso il legame che legava mons. Manfredini a don Luigi Mosconi. Ci ha raccontato a questo riguardo don Luigi: "Mons. Manfredini aveva la missione nel cuore. Arrivato a Piacenza nel dicembre del 1969, nel luglio del 1970 è venuto subito a trovarci in Brasile. Eresse la missione piacentina in Brasile come zona pastorale della Diocesi di Piacenza, una vera rivoluzione di apertura missionaria. Aveva pure una grande sensibilità per ciascuno di noi, personalmente. Nel febbraio 1973 mia madre morì improvvisamente di infarto. I telefoni in Italia in quel giorno erano in sciopero: immediatamente mons. Manfredini mandò il Vittorione in Svizzera per telefonarmi e avvisarmi di rientrare subito in Italia. Mons. Bozzuffi, vicario generale di allora, venne a ricevermi all’aeroporto di Roma per portarmi subito al funerale. Grande Manfredini, grazie!".
Luca T.
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