La “Grande Settimana” che ci introduce al Mistero della Salvezza
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
di Elletì – 23 Mrazo 2024
Come avviene ogni anno, attraverso la “Grande Settimana”, così viene chiamata dalla Chiesa d’Oriente la Settimana Santa, il cammino liturgico e spirituale della Chiesa ci conduce per mano a quello che è il cuore pulsante della nostra fede: il mistero pasquale della morte e risurrezione del Signore Gesù Cristo.
Grande e Santa è dunque questa settimana che s’inaugura con la Domenica delle Palme, nel festoso clima della commemorazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Non è una settimana come le altre, perché in essa si realizza finalmente la salvezza dell’uomo preparata da Dio fin dai tempi antichi. Già allora, Dio promise un campione (Genesi 3:15) che avrebbe sfidato e sconfitto il
tentatore e ristabilito ogni cosa. Grande fu la colpa di Adamo, ma ancora più grande fu quell’Amore che, col libero dono di sè stesso, riaprì all’uomo le porte del Cielo.
Potremmo quasi dire che la Settimana Santa sia una sorta di viaggio nel tempo che ci immerge nel pieno della vita. Saremo nel Cenacolo, accanto a Gesù, con il capo sul suo petto, assieme al discepolo che Egli amava; dietro di lui, mentre pregava nel giardino prima del tradimento e della Passione; porteremo la Croce insieme a lui, come quel Simone di Cirene che venne scelto per aiutarlo nei suoi ultimi passi.
E ancora saremo, grazie al più santo dei sacrifici, ai piedi della croce sul brullo monte detto del Cranio, con Maria sua madre, il discepolo amato e le altre donne, gli unici a restare al suo fianco fino a quando tutto fu compiuto. E infine, anzi soprattutto, dopo essere stati accanto a Lui nel buio del sepolcro, dopo tre giorni saremo i gioiosi testimoni della Pasqua e annunciatori della resurrezione, come l’angelo alle donne la mattina di quella prima Pasqua cristiana.
Con i riti antichissimi e le solenni funzioni che la Chiesa celebra in questi giorni così speciali, faremo non vuota memoria ma memoriale, cioè ripresentazione, memoria viva e attualizzata, e se saremo capaci di conformare a questi avvenimenti la nostra vita, saremo anche partecipi della grazia che da essi con abbondanza scaturisce. Perché il racconto evangelico nei riti della Settimana Santa diviene quasi una sorta di specchio e porta di ingresso ad una storia che tocca anche noi, ci riguarda e ci coinvolge, nei sensi e nei sentimenti, nel cuore e nella ragione.
Questi giorni non esauriscono certo la nostra esperienza di fede, ma ne sono anzi un punto di arrivo ed un punto di partenza. Da quanto viviamo in questi giorni nella realtà in forza della nostra fede nel Cristo, dobbiamo trovare alimento per la nostra esistenza. Da quest’incontro con il Signore crocifisso, morto, sepolto e risorto scaturisce per noi tutti l’impegno a una rinnovata testimonianza nel mondo, ad un annuncio sempre più credibile della presenza di Cristo Signore nella storia del mondo e nella vita di ogni uomo.