Domenica 12 Maggio 2024, Santa Messa al Parco Raggio: celebrare l’Ascensione fra le meraviglie della creazione
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
di Luca T. – 13 Maggio 2024
Domenica 12 maggio, in una splendida e radiosa giornata di primavera dal sapore quasi estivo, la Santa Messa festiva delle ore undici è stata celebrata sotto le ombrose fronde del Parco Raggio. Quale modo migliore d’altronde poteva esservi di commemorare l’Ascensione del Signore, la prima delle grandi solennità “mobili” che seguono la Pasqua, se non riunendosi all’aperto, sotto il medesimo cielo che vide il Signore discendere per farsi uomo e poi ascendere al Padre, dopo la Resurrezione, per compiere pienamente la sua opera di salvezza e redenzione?
E così, proprio come gli Apostoli in quel giorno lontano, anche la nostra Comunità parrocchiale si è ritrovata riunita nella preghiera nel giorno fatto dal Signore per celebrare l’Eucarestia. L’occasione è stata la ormai consueta “Santa Messa al parco”, alla cui organizzazione provvedono gli scout adulti della Comunità Masci “Intorno al fuoco”, in collaborazione con il Gruppo Agesci Pontenure 1, una bella usanza che si rinnova ormai da molti anni e che trova immancabilmente la gioiosa partecipazione di tante persone.
La liturgia eucaristica, presieduta dal nostro parroco don Mauro Tramelli e accompagnata dai canti del Coro “Perfetta Letizia”, è stata anche occasione per ricordare, insieme agli altri defunti, tutti gli scout che si sono addormentati nella pace di Cristo e aspettano assieme a tutti i giusti il giorno del suo ritorno nella gloria. Tra i presenti, bambini del Catechismo, scout giovanissimi e ormai adulti, le autorità (il vice sindaco Angela Fagnoni e il comandante della Stazione dei Carabinieri, Luciano Salatino), anche i coscritti della Classe 1954 che, in occasione dei loro 70 anni, si sono ritrovati assieme per partecipare all’Eucarestia e ringraziare il Signore dei lunghi anni trascorsi, ricordando a loro volta coloro che sono andati avanti, tanti cari amici e compagni, i cui volti non smettono di fare capolino nella memoria di chi è rimasto.
La gioia è stata comunque il filo conduttore che ha intessuto l’intera celebrazione, una delle feste più belle di tutto l’anno liturgico, perché consente ai Cristiani di riflettere su quale sia la loro vera patria, su quale sia la destinazione che li attende al termine della vita terrena. L’Ascensione ci ricorda che Il Signore è andato presso il Padre per prepararci un posto, come egli stesso promise agli Apostoli e ancora prima al Buon ladrone, che rappresenta l’uomo di ogni tempo, bisognoso dell’abbraccio dell’infinita misericordia divina. Con il suo sacrificio Cristo ha riaperto per noi le altezze dei cieli che avevamo perduto a causa del peccato dei nostri padri, per l’invidia del diavolo. Tutti possiamo tagliare quel traguardo, se facciamo tesoro delle parole dell’Apostolo: «Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio. Pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra» (Col 3, 1-2).
Questa celebrazione, così caratteristica per lo scenario in cui si svolge, ci consente ogni volta di riflettere sulla straordinaria bellezza della natura che il Sommo Creatore del cielo, della terra e di ogni cosa ha affidato all’uomo da custodire e proteggere. Nel Creato si riflette l’amore che Dio ha infuso nell’universo, quando agli albori dei tempi separò la luce dalle tenebre, il cielo dalla terra, l’acqua dall’asciutto, il giorno dalla notte e poi creò le piante, gli animali e infine l’uomo, plasmato a Sua immagine, vertice della sua opera creatrice. La creazione e le sue infinite meraviglie sono per noi ad un tempo motivo di lode al Signore Altissimo e infinita scuola di umiltà, in quanto ci ricordano la nostra origine (non fummo forse tratti dalla polvere del suolo?) e il nostro continuo bisogno della misericordia divina, che trova alimento nell’Eucarestia, vero cibo di vita eterna.